Chiunque sia abituato a pensare al bambù come una semplice pianta orientale ornamentale dovrà ricredersi. Proprio come ci hanno insegnato i ristoranti esotici si può usare in cucina per via della sue versatilità e le sue proprietà. Ma come si usa il bambù in cucina?
Per prima cosa è bene precisare che il bambù va usato fresco senza buccia esterna, ben lavato e privo di foglie e peluria esterni.
Non bisogna far altro che lavare per bene e bollire le piccole foglie di bambù e i germogli commestibili per circa 30 minuti e poi dare vita a diverse ricette.
I germogli di bambù possono essere aggiunti alle ministre a base di cereali, le pietanze con legumi, le patate e le svariate verdure, magari accompagnando il tutto con dei crostini.
Il bambù può essere servito anche con la carne, proprio come succede nei ristoranti orientali. In particolare, la carne di maiale si presta molto alle ricette con bambù perché restituisce quasi un effetto agrodolce.
È possibile trarre ispirazione dalla cucina tipica del sud est asiatico, un tipo di arte culinaria che privilegia i germogli di bambù tagliati a listarelle per arricchire insalate, frutta verde (papaya o mango acerbi), pomodori e carote.
Bambù in cucina: vantaggi
Perché bisognerebbe imparare a usare il bambù in cucina? Si tratta di un alimento a basso contenuto di calorie, povero di zuccheri e con un bassissimo apporto di grassi.
Per continuare il bambù si presenta come una straordinaria fonte di potassio, una sostanza capace di abbassare la pressione sanguigna.
I numerosi fitoelementi contenuti nel bambù ne fanno un alimento molto benefico: l’acido folico che sviluppa notevoli proprietà antiinfiammatorie e antiossidanti e numerosi tipi di lignani che contrastano microbi, batterei, funghi e probabilmente diverse forme di cancro.
Il profilo nutritivo del bambù si conclude con una fibra alimentare di primissima qualità. Questa sostanza è perfetta per prevenire e combattere il colesterolo cattivo LDL e conferire un senso di sazietà per agevolare una dieta dimagrante.