Buonissima, inconfondibile e versatile: la liquirizia piace proprio a tutti, ma andrebbe usata in modo consapevole. Quanto ne sappiamo degli effetti della liquirizia in gravidanza?
Il sapore prima dolciastro e poi amaro della liquirizia ha conquistato bambini e adulti, ma la radice della pianta Glycyrrhiza glabra nasconde anche proprietà eccezionali.
È digestiva, antinfiammatoria, antivirale, antistress, spettorante e protettiva della mucosa gastrica e toccasana per chi la pressione bassa.
Tuttavia, nonostante le peculiarità della liquirizia, c’è chi si fa domande riguardo l’impatto del consumo della liquirizia in gravidanza.
Le proprietà della liquirizia
Quando si parla di “liquirizia” si può fare riferimento sia alla radice di liquirizia da masticare e succhiare che ai prodotti a base di estratto o aroma di liquirizia (es. caramelle e liquore).
La liquirizia contiene composti triterpenici e derivati dalle notevoli proprietà, tra i quali spiccano la glicirrizina, la liquiritina, le saponine e i fitosteroli. Tuttavia la glicirrizina è il principio attivo più importante.
Il principio attivo della liquirizia ha dimostrato di avere proprietà digestive, antinfiammatorie, antivirali, antistress, spettoranti, lassative e protettive della mucosa gastrica.
Tra le proprietà più note c’è la regolazione della pressione arteriosa: la glicirrizina interviene sui livelli di aldosterone, cioè un ormone deputato al controllo della pressione arteriosa.
Liquirizia e gravidanza
La gravidanza stravolge il bioritmo della donna incinta, preparando il corpo a ospitare e far crescere il feto. In questo contesto l’alimentazione gioca un ruolo essenziale e non va trascurata.
Farsi domande riguardanti l’alimentazione è normale per la donna incinta: caffè, vongole, bresaola, salmone, origano, peperoncino e tutto ciò che si consumava prima potrebbe diventare pericoloso.
Ho mangiato liquirizia in gravidanza. È in questo contesto che le amanti della liquirizia si chiedono qual è l’impatto della radice sulla gravidanza e se possono consumare la liquirizia in gravidanza.
A dare forma a queste preoccupazioni è stato uno studio portato avanti da alcuni studiosi finlandesi, i quali hanno supposto l’influenza della liquirizia sullo sviluppo intellettivo del bambino e sulle capacità cognitive.
Lo studio ha osservato un campione di 378 adolescenti nati nel 1998 da madri che avevano consumato grandi quantità di liquirizia in gravidanza (circa 500 mg a settimana).
Il risultato evidenziava che le ragazze entravano in pubertà prima del previsto e che mostravano un quoziente intellettivo più basso della media e una percentuale maggiore del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).
Secondo i ricercatori, infatti, la glicirrizina danneggerebbe la placenta e favorirebbe il passaggio dell’ormone dello stress al nascituro, creando problemi a livello cognitivo. Inoltre, contribuendo all’aumento delle prostaglandine, favorirebbe il rischio di parto prematuro.
In realtà, considerando la presenza della glicirrizina in altri prodotti, i risultati dello studio non mostrano una connessione causa-effetto inconfutabile.
Liquirizia in gravidanza: si può mangiare?
Tisana alla liquirizia in gravidanza, caramelle alla liquirizia in gravidanza, liquirizia pura in gravidanza: si può consumare la liquirizia in gravidanza?
Non esistono prove della pericolosità della liquirizia in gravidanza ma, considerando gli effetti collaterali dovuti al consumo eccessivo, sarebbe meglio non esagerare.
Il consumo occasionale di liquirizia in gravidanza può aiutare a controllare la nausea e a favorire la digestione senza rischi o controindicazioni. Quanta liquirizia si può mangiare in gravidanza? Un dolce, una tisana o qualche caramella ogni tanto.
La liquirizia fa male in gravidanza se la donna incinta intende usarla per tenere a bada la pressione bassa. Perché la liquirizia fa male in gravidanza? Il consumo eccessivo comporta danni alla placenta e parto prematuro.
In realtà già normalmente il consumo eccessivo di liquirizia può causare vari problemi, tra i quali ricordiamo il calo della quantità di potassio nel sangue, l’ipertensione, la riduzione dei livelli di aldosterone, la debolezza muscolare e la comparsa di edema.