Latticini, pasta, soia e uova spesso provocano intolleranze alimentari: si tratta di un fenomeno che oggi sta diventando molto diffuso, ma che spesso non è facile da riconoscere.
Per fortuna, la società è diventata più attenta alle intolleranze alimentari, anche se non manca chi non conosce che sintomi provocano le intolleranze alimentari o le confonde con le allergie.
La verità è che che le intolleranze alimentari possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita di coloro che ne soffrono.
Cosa sono le intolleranze alimentari?
Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse a determinati alimenti o sostanze presenti nei cibi stessi. A differenza delle allergie alimentari, che coinvolgono il sistema immunitario, le intolleranze riguardano principalmente il sistema digestivo.
Si parla di intolleranze alimentari quando sussiste una certa difficoltà nel digerire specifici cibi o componenti alimentari, come le proteine per esempio.
Per quanto riguarda le cause, non c’è un decalogo chiaro: c’è chi parla di predisposizione familiare e chi riconduce tutto a infezioni intestinali. Tutto, però, è riconducibile a un accumulo, oltre la “soglia sopportabile”, di sostanze responsabili di questa ipersensibilità, allo stress e a problemi intestinali nell’assorbimento.
Quali sono le intolleranze alimentari più comuni?
Esistono diverse tipologie di intolleranze alimentari, ognuna con caratteristiche specifiche. Le più comuni includono l’intolleranza al lattosio, al glutine e alle proteine della soia.
Ogni tipo di intolleranza alimentare presenta sintomi distinti che possono in intensità da persona a persona.
Come si fa a capire se si è intolleranti? Nella maggioranza dei casi l’intolleranza si manifesta con mal di testa, stanchezza, problemi digestivi, meteorismo o disordini nel peso corporeo.
Le reazioni dell’organismo non sono immeditae (come avviene nel caso delle allergie alimentari), ma si manifestano nell’arco delle 36 ore successive all’assunsione dell’alimento interessato.
Intolleranze alimentari: test per la diagnosi
Per identificare con precisione le intolleranze alimentari, sono disponibili diversi test diagnostici, ciascuno con approcci specifici (che andrebbero comunque interpretati alla luce dei sintomi correlati e dei segni dopo l’assunzione del componente “sospetto”).
La diagnosi delle intolleranze alimentari può essere complicata a causa della somiglianza dei sintomi con altre condizioni intestinali. Inoltre, i test per le intolleranze alimentari non sono attendibili se non interpretati con un approccio olistico.
Per quanto riguarda la diagnosi, i test delle intolleranze più comuni:
- Intolleranza al lattosio: La diagnosi richiede un breath test specifico (che però non sempre si rivela sufficiente per confermarla).
- Sensibilità al glutine: Se la celiachia richiede approfondimenti specifici (come test anticorpali IgG, e breath test al sorbitolo), la sensibilità al glutine richiede la prova di esclusione di alimenti contenenti glutine.uesto metodo coinvolge l’esclusione completa di determinati alimenti dalla dieta per un periodo di tempo, seguito dalla reintroduzione graduale. L’osservazione dei sintomi durante questo processo può aiutare a identificare l’alimento responsabile dell’intolleranza.
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Intolleranza alle proteine della soia – L’intolleranza può essere confermata da prick test o un test delle IgE specifiche.
Ovviamente, come già accenntato, è necessaria la combinazione di più approcci per ottenere una diagnosi accurata e attuare una gestione sicura ed efficace delle intolleranze alimentari.
Come agire di fronte alle intolleranze alimentari
Una volta identificate le intolleranze alimentari, è essenziale adottare un approccio olistico per gestire la situazione. Questo può includere la modifica della dieta eliminando gli alimenti causali (come per esempio la dieta della dottoressa Subacchi), la consulenza nutrizionale e, in alcuni casi, il supporto psicologico per affrontare gli aspetti emotivi legati alle restrizioni alimentari.
Si possono evitare le intolleranze alimentari?
Non è possibile evitare l’arrivo delle intolleranze alimentari ma, considerando il legame con l’accumulo, ti consigliamo di:
- mangiare frutta e verdura di stagione, in quanto i vegetali coltivati nelle serre richiedono una maggiore quantità di prodotti chimici;
- ridurre le proteine animali: l’ideale sarebbe consumarle solo in un pasto giornaliero e preferire le proteine vegetali presenti ad esempio nei legumi;
- consumare cereali completi (come riso, pane…);
- sostituire il sale raffinato con quello grezzo, in quanto contiene una maggiore quantità di oligoelementi preziosi per la salute;
- consumare meno grassi saturi (presenti in particolare nei salumi o nel burro);
- assumere cibi freschi: ciò ti aiuterà ad evitare l’accumulo si sostanze estranee all’interno dell’organismo.