Introduzione
L’intolleranza ai lieviti è praticamente assente da tutti i libri di medicina ufficiale, però è una patologia che esiste e ha delle conseguenze sulla nostra vita. Intolleranza ai lieviti è un’espressione generica per indicare la disbiosi della flora intestinale che causa la proliferazione della Candida Albicans e della componente fungina del lievito. Funghi e lieviti molto spesso solo utilizzati come sinonimi perché i lieviti non sono altro che funghi di dimensioni minuscole.
Intolleranza ai lieviti: la flora batterica
Il genere Candida non è l’unico fungo presente nella flora batterica intestinale, ci sono anche funghi che appartengono ai generi Saccharomyces, Aspergillus e Penicillium.
I ricercatori hanno analizzato il metabolismo dei funghi e hanno scoperto che l’ambiente ideale per la proliferazione è ricco di zuccheri e carboidrati complessi, che arrivano al colon dai residui alimentari che non sono stati assorbiti dall’intestino tenue. La flora batterica intestinale è diversa per ogni persona, ad influenzare la sua composizione è soprattutto la dieta, che favorisce alcune specie microbiche piuttosto che altre. Un altro fattore che modifica la composizione è la funzionalità dell’apparato digerente, inoltre anche i farmaci (soprattutto antibiotici e terapie ormonali), interferiscono con la flora microbica generando alterazioni e quindi intolleranze.
Intolleranze ai lieviti: le cause
Le intolleranze alimentari spesso sono sottovalutate, non essendoci una branca specifica della medicina che se ne occupa, ci sono molti “fantomatici” esperti che propongono test per la diagnosi. Ma non è sufficiente perché i risultati spesso sono inaffidabili. Facciamo un esempio: quando abbiamo pancia gonfia ed eccesso di gas intestinali si punta il dito contro i lieviti.
Il lievito di birra è l’ingrediente indispensabile per la lievitazione del pane e di altri prodotti da forno. È costituto da microorganismi che durante la fermentazione del glucosio del pane, producono l’anidride carbonica che serve per farlo lievitare. Fermentazione e lievitazione fanno quindi pensare che il gonfiore addominale sia dovuto proprio al lievito, ma per trovare la soluzione al disturbo devono essere studiati tutti i fattori, tra cui intolleranze ad altri alimenti, sedentarietà, problemi digestivi, bevande gassate, consumo eccessivo (o scarso) di fibre.
Intolleranza ai lieviti: alimenti consentiti e alimenti vietati
Quando viene diagnosticata l’intolleranza ai lieviti vengono consegnate diete prestampate che si limitano ad eliminare alcuni alimenti. La dieta dovrebbe avere un effetto miracoloso e sgonfiante, ma spesso non accade perché non si acquisisce la giusta consapevolezza alimentare.
Parlare di intolleranze non significa parlare di un alimento da bandire dalla dieta, ma si deve spiegare come funziona il nostro organismo. Solo dopo aver capito qual è il problema e averlo affrontato alla radice si può impostare un nuovo piano alimentare. Come abbiamo già spiegato i funghi proliferano in ambienti ricchi di zuccheri e carboidrati complessi, quindi in cima alla lista degli alimenti vietati c’è lo zucchero, il saccarosio, la frutta, cereali, bevande zuccherate e alcoliche, la birra, i cibi affumicati e pieni di conservanti, arachidi, aceto, formaggio a pasta dura, pane lievitato e prodotti da forno.
La dieta per le intolleranze ai lieviti incentiva invece il consumo di yogurt perché ricco di batteri utili per la salute del nostro intestino, deve essere non zuccherato, e quello greco è perfetto per ristabilire la flora batterica. Consentiti anche il pesce, le uova, la carne magra, cibi fermentati come miso e kefir, olio extravergine di oliva e di altri semi, riso integrale e curcuma. Si possono mangiare anche le verdure lavate accuratamente. Prima di deglutire i cibi masticate quanto più a lungo possibile il boccone per evitare di incamerare aria e preferite i metodi di cottura semplici piuttosto che quelli laboriosi. Le persone che soffrono di intolleranza ai lieviti possono sostituire questo ingrediente con il bicarbonato di sodio oppure con il cremor tartaro. Un altro consiglio molto utile è quello di inserire nella propria alimentazione anche i fermenti lattici che consentono di depurare l’intestino e le tisane, indicata quella a base di radici di Echinacea che rinforza l’organismo e lo rende meno sensibile alle intolleranze.
Dieta senza lieviti: schema settimanale
La dieta per l’intolleranza ai lieviti mira a ristabilire il giusto equilibrio della flora intestinale, ha un potente effetto detox e la pancia si sgonfia, consentendo di riacquistare la giusta leggerezza. I lieviti infatti aumentano la produzione e il ristagno di gas nell’intestino. Lo schema settimanale è semplice da seguire: mercoledì, sabato e domenica, sono giorni liberi. Tutti i giorni a colazione si può bere un bicchiere di latte parzialmente scremato con cereali integrali, per gli spuntini di metà mattina e del pomeriggio si può consumare un frutto come la pera e uno yogurt, mentre i condimenti consentiti sono olio evo a crudo (max 2 cucchiai) ed erbe aromatiche.
Nei giorni liberi della dieta disintossicante, ovvero il mercoledì e il weekend, a pranzo potete mangiare 50 grammi di fusilli integrali con verdure e un cucchiaino di parmigiano e un bel piatto di spinaci lessi, oppure tagliata di fesa di tacchino con rucola e pomodorini e 3 gallette di riso, oppure pomodori con mozzarella e carciofi crudi in insalata accompagnati con il pane. Per la cena scegliete tra il minestrone di riso e il salmone alle erbe, la pizza margherita e un’insalata con rucola, carote e finocchi, oppure insalata di patate, cipolle, radicchio e formaggio groviera.
Tutti gli altri giorni, la dieta disintossicante, prevede cibi e pietanze senza lieviti, un esempio di menù giornaliero prevede a pranzo radicchio alla piastra, carpaccio di manzo e un frutto come la banana, mentre a cena la frittata di uovo (senza parmigiano) con rucola e pomodorini. Gli altri giorni a pranzo potete scegliere gli gnocchi verdi (spatzle) con pomodoro, bresaola e fagiolini lessi; 60 gr di pasta di farro allo zafferano con melanzane saltate in padella; risotto con erbe aromatiche, fichi e prosciutto crudo. La cena invece è piuttosto leggera, per consentire all’intestino di lavorare senza appesantirsi, non rinuncerete al gusto perché i piatti proposti sono deliziosi, come le patate arrosto che fanno da contorno al roast beef, oppure il petto di pollo al rosmarino in insalata con indivia e rucola e ancora il nasello ai pomodori con contorno di insalata di carote e finocchi.