Moltissime ricette di primi e secondi piatti richiedono l’uso del tonno in scatola, lasciando spazio a qualche incertezza. Ma il tonno in scatola fa male?
Riso al tonno, pasta con zucchine e tonno, involtini di prosciutto e tonno e tantissime altre ricette salate: il tonno diventa protagonista o arricchisce anche le preparazioni più semplici.
Purtroppo, complice la pubblicità, anche gli amanti del tonno hanno iniziato a farsi delle domande circa il consumo del tonno in scatola.
Sempre più persone finiscono per chiedersi quante volte a settimana si può mangiare il tonno in scatola, qual è il tonno più buono o come capire se il tonno in scatola è buono.
Perché mangiare il tonno in scatola?
Oggigiorno non è facilissimo seguire la stagionalità degli ingredienti o sottostare alla reperibilità di alcuni alimenti: tutti vogliono mangiare qualsiasi cosa in qualunque momento.
Per questo motivo i prodotti inscatolati hanno iniziato a conquistare le abitudini culinarie degli italiani: legumi, carne e pesce.
Il tonno in scatola è uno di questi ingredienti che non possono proprio mancare nella dispensa in quanto prodotto facile e veloce da consumare.
Certo il tonno fresco non fa male e mantiene le caratteristiche nutrizionali intatte rispetto alla versione pronta all’uso, ma il tonno in scatola permette di consumare del pesce in ogni momento.
A cosa fa bene il tonno?
Il tonno viene considerato un pesce ricco di proprietà, ipocalorico e gustoso e per questo non manca mai nelle diete ipocaloriche. Ma a cosa fa bene il tonno?
- Malattie cardiovascolari – La percentuale di Omega 3 aumenta il colesterolo “buono”, tiene sotto controllo il rapporto tra colesterolo “cattivo” e trigliceridi, scongiurando la comparsa di malattie cardiovascolari.
- Infiammazioni – Gli acidi grassi essenziali Omega 3 producono delle sostanze antinfiammatorie che combattono gli stati infiammatori di pelle, annessi cutanei, vista e tessuto adiposo.
- Massa muscolare – Il quantitativo proteico piuttosto elevato sostiene il mantenimento o la costruzione della massa muscolare. Inoltre il potassio presente migliora la contrazione dei muscoli.
- Tiroide – La quantità di iodio del tonno è utile per favorire il funzionamento della tiroide e quindi la produzione di ormoni.
- Invecchiamento – Il mix di vitamine e minerali sviluppa un potere antiossidante efficace per combattere l’invecchiamento cellulari.
Il tonno in scatola fa male?
Gli esperti in Nutrizione consigliano il consumo di pesce fresco in modo da ricavare tutte le proprietà nutrizionali appena descritte. Tuttavia non sconsigliano l’uso di pesce in scatola.
Il tonno in scatola non fa male, anzi. Più che pensare al tonno o sgombro in scatola come qualcosa che fa male è opportuno valutare la qualità del prodotto inscatolato.
La prima cosa fare per consumare il tonno in sicurezza è cercare il tonno in scatola migliore per beneficiare di tutte le sue proprietà.
In questo senso è bene sapere che il tonno in scatola viene prodotto tagliando, cuocendo il pesce in acqua salata e aromatizzata, sgocciolando e sterilizzando i muscoli del tonno.
Successivamente il tonno viene trattato in modo diverso: inscatolato in olio di oliva o conservato in un liquido acquoso. È così che nascono il tonno all’olio di oliva e il tonno al naturale.
Queste due tipologie di tonno in scatola presentano caratteristiche diverse rispetto al tonno fresco, creando le basi per il luogo comune.
In realtà è sufficiente guardare al tonno in scatola e alle sue proprietà e controindicazioni per capire da dove nasce l’idea “il tonno in scatola fa male”.
- Botulino – L’assenza di ossigeno e la mancanza di PH acido aumenta le probabilità che il tonno in scatola sott’olio contenga il batterio Clostridium botulino.
- Sodio – Il tonno in scatola fa ingrassare? Sì, se si pensa che il tonno sott’olio è più calorico del tonno al naturale e la quantità di sodio usata per la conservazione rischia di favorire la ritenzione idrica.
- Purine – Il livello di purine favorisce la produzione di acido urico che potrebbe aprire la porta all’iperuricemia o gotta.
- Metalli pesanti – Tonno in scatola e mercurio: i pesci di taglia grossa accumulano quantità elevate di metalli pesanti come il mercurio, il che li rende pericolosi in caso di consumo eccessivo o gravidanza.
- Colesterolo – Il tonno in scatola fa male al colesterolo? No, considerando la sua capacità di aumentare il colesterolo “buono” e controllare il colesterolo “cattivo” e i trigliceridi. Sarebbe meglio scegliere il tonno al naturale perché l’olio del tonno in scatola fa male a chi soffre di problemi col colesterolo.
Il tonno in scatola migliore …
Esistono diversi fattori da considerare per scegliere il tonno in scatola migliore ed evitare di incappare in prodotti di scarsa qualità.
Prima di tutto è preferibile scegliere tonno in scatola in formati più grandi perché contenenti muscoli di tonno. Va da sé che le confezioni piccole contengono gli scarti del pesce inscatolato in confezioni grandi.
Chi ha la possibilità dovrebbe preferire il tonno in vasetti di vetro in modo da valutare subito l’aspetto del tonno: rosa pallido per un tonno fresco e rosa grigiastro o giallognolo per un prodotto “stagionato”.
Occhio anche al tipo di tonno, al fattore “sostenibilità”, ai valori nutrizionali, alla quantità di mercurio, al peso e al prezzo.
Quante volte a settimana si può mangiare il tonno in scatola?
È possibile consumare il tonno in scatola senza eccedere, restando nel range di massimo due volte alla settimana (soltanto se si tratta di un prodotto di qualità).
Insomma mangiare troppo tonno in scatola fa male. Non bisogna dimenticare infatti che il tonno in scatola è sempre e comunque un prodotto confezionato e a lunga conservazione.