Idromele, cos’è e come si prepara

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Introduzione L’idromele è una bevanda alcolica di tendenza che viene utilizzata anche i cocktail. Dopo decenni in cui era stato abbandonato, rivive una seconda giovinezza. Il nome può trarre in inganno, le mele non c’entrano …

Introduzione

L’idromele è una bevanda alcolica di tendenza che viene utilizzata anche i cocktail. Dopo decenni in cui era stato abbandonato, rivive una seconda giovinezza. Il nome può trarre in inganno, le mele non c’entrano niente, ma si tratta di miele (in Greco “meli” significa miele) fermentato in acqua. Gli antichi consideravano l’idromele il nettare degli dei ed era molto apprezzato dagli uomini. Scopriamo insieme la storia, le virtù e la preparazione dell’idromele.

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Curiosità e storia dell’idromele

L’idromele è una bevanda così antica che si dice che sia stata scoperta dall’uomo dopo l’acqua, le sue origini infatti risalgono a 20 mila anni fa in Africa. Le api selvatiche costruivano i loro alveari nelle cavità dei grossi alberi e le frequenti e abbondanti piogge stagionali li riempivano di acqua. Il miele entrava in contatto con i batteri e i lieviti del legno, il calore ne attivava la fermentazione e la sostanza diventava idromele, dolciastro e alcolico.

Il consumo di idromele è stato molto elevato durante il medioevo, i campi di grano e le vigne venivano distrutti a causa di guerre e battaglie, ma alveari e boschi resistevano. All’epoca inoltre l’inquinamento e i pesticidi erano inesistenti quindi l’idromele era molto salutare e una bevanda apprezzata dal popolo perché fatto con materie prime facilmente reperibili. Ci sono alcune leggende sulla bevanda, per esempio, la settimana dopo il matrimonio, le donne consumavano idromele per aumentare le probabilità di restare incinta di un figlio maschio. La “luna di miele” deriva proprio da questa usanza, la sposa riceveva in dote una quantità di idromele pari a 28 giorni, ed era di buon auspicio.

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Non ci sono prove certe circa l’usanza di aromatizzare con le spezie l’idromele, anche se per donare maggiore acidità alla bevanda si aggiungevano le bacche di Sorgo, ricche di vitamina C e acido malico. Questa pratica è stata smentita dai produttori di idromele che usano miele con un ph vicino a 3,5 che assicura la giusta freschezza gustativa. Gli zuccheri dell’idromele sono già presenti nel miele, quindi non c’è bisogno di altri processi per la preparazione, inoltre hanno la caratteristica di essere fermentabili, tranne il maltosio che si presenta come sedimento.

Per quanto riguarda la gradazione alcolica, si decide in base all’acqua utilizzata, ma le caratteristiche dei lieviti non consentono di superare i 13/14 gradi con fermentazione per 60/70 giorni. Uno dei vantaggi degli zuccheri del miele è che sono costanti rispetto a quelli dell’uva ma l’aroma è meno intenso. Tuttavia utilizzando mieli dolci e neutri come quello di acacia e il millefiori si possono ottenere bevande saporite, tutto dipende dal palato del produttore.

Quali sono i tipi di idromele

L’idromele si produce in diverse varianti, in base alla tradizione locale. All’inizio si otteneva pulendo con l’acqua i favi pieni di miele, mentre oggi il processo è complesso e laborioso e si possono ottenere bevande con diverse sfumature di sapore e concentrazioni alcoliche diverse. In Bosnia, Serbia e Repubblica Ceca è molto diffuso il Medovina, la cui gradazione alcolica è del 18% e il sapore è reso ancora più complesso grazie alle spezie come cannella, vaniglia e cioccolato. Un altro tipo di idromele da provare è il Metheglin gaelico che è arricchito con la buccia d’arancia, la noce moscata e il coriandolo; poi c’è il Tej etiope che prevede l’aggiunta di gesho, un luppolo piuttosto legnoso, con rami e foglie secche.

Come bere l’idromele

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L’idromele si deve bere freddo altrimenti il suo sapore è troppo stucchevole. Molto interessanti gli abbinamenti con il cibo. Per esempio l’idromele di corbezzolo, millefiori e tiglio, proprio come i vini bianchi dolci, si possono abbinare a crostate di frutta, torte al cioccolato o che hanno il miele tra gli ingredienti, molto buoni anche i cantuccini. Un contrasto netto e deciso si può avere con i formaggi erborinati, a pasta dura e mediamente, a cui si abbina anche la confettura di pere. Insolito ma molto gradito l’accostamento con i crostacei crudi e con la tartara di carne cruda.

Proprietà dell’idromele

La composizione dell’idromele è acqua e miele, quindi è privo di grassi e di proteine e contiene solo zuccheri. Come anticipato, l’idromele è chiamato anche “nettare degli dei” e ha proprietà ricostituenti ed energizzanti. Non dimentichiamo che si tratta di una bevanda alcolica e molto dolce quindi non si può consumare in abbondanza, meglio prenderla a piccole dosi dopo il pasto, per digerire oppure in occasioni importanti.

Come si prepara l’idromele

Il “nettare degli dei” si può preparare anche in casa, l’importante è procedere attentamente con la sterilizzazione degli strumenti che occorrono e soprattutto utilizzare ingredienti di ottima qualità. Per fare l’idromele serve una pentola molto capiente, un termometro da cucina, un contenitore pulito, un palloncino, un sifone, bottiglie e la soluzione sterilizzante. Dopo aver scoperto quali sono gli strumenti, ecco gli ingredienti: miele artigianale, acqua, lievito, spezie ed erbe aromatiche a piacere.

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La prima cosa da fare è sterilizzare tutti gli strumenti per creare un ambiente idoneo alla fermentazione, anche l’acqua deve essere sterilizzata, ma in questo caso il suggerimento è di rivolgersi ad un negozio di vini specializzato. La ricetta dell’idromele prevede di mescolare 1,3 kg di miele con 4 litri di acqua sterilizzata, e di portare la soluzione ad una temperatura dii 65°C per 15 minuti. Il composto deve essere lasciato raffreddare prima di aggiungere il lievito.

Le operazioni di fermentazione sono complesse, ed ecco che interviene il palloncino da mettere sulla bottiglia con la soluzione di acqua, miele e lievito. Prima di chiudere la bottiglia con il palloncino si possono aggiungere anche le spezie come la cannella e la noce moscata. Chiudete con del nastro per evitare che il palloncino venga sbalzato via dall’aria prodotta durante il processo di fermentazione. Aspettare circa 3 settimane da quando l’idromele produce delle bolle (circa 8 settimane in totale). Il contenitore deve rimanere in un luogo buio e asciutto.

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