Gli additivi alimentari favoriscono la conservazione degli alimenti, ma lasciano aperte una serie di questioni e domande. Scopriamo cosa sono i solfiti e se fanno male.
Negli ultimi anni c’è stata una vera e propria campagna di sensibilizzazione su gli ingredienti dei prodotti confezionati e la provenienza del cibo.
In quest’ambito si è sentito parlare sempre più spesso di solfiti nel vino e più in generale negli alimenti, lasciando spazio a dubbi e perplessità.
Solfiti: cosa sono e a cosa servono
Prima di scoprire cosa vuol dire che un vino contiene solfiti è bene tenere a mente cosa sono i solfiti e a cosa servono.
Si chiamano “solfiti” ma non sono altro che conservanti usati per mantenere i prodotti a lungo, evitare la formazione di microrganismi potenzialmente dannosi e tardare i processi degenerativi.
Anche se si sente parlare spesso di solfiti nel vino, in realtà questo tipo di conservanti viene usato in tantissimi altri prodotti.
Dai solfiti nella carne e in altri alimenti alle bevande, infatti, l’obiettivo è ottenere un’azione antibiotica, antiossidante e antisettica.
Da una parte conservano le caratteristiche dell’alimento e un aspetto fresco e invitante nel tempo mentre dall’altro lato evitano contaminazioni pericolose.
La denominazione dei solfiti
Quando si parla di solfiti si fa riferimento sia all’anidride solforosa liquida o gassosa che a tutti i suoi sali inorganici in polvere. Ma qual è la loro denominazione?
- Anidride Solforosa (E220)
- Solfito di Sodio (E221)
- Bisolfito di Sodio (E222)
- Metabisolfito di Sodio (E223)
- Metabisolfito di Potassio (E224)
- Solfito di Potassio (E225)
- Solfito di Calcio (E226)
- Bisolfito di Calcio (E227)
- Solfito Acido di Potassio (E228)
Solfiti nel vino e negli altri alimenti: dove si trovano?
I solfiti non vengono usati soltanto nella vinificazione per mantenere le caratteristiche del vino ed evitare l’ossidazione e la formazione di batteri, ma si trovano in molti altri alimenti e bevande insospettabili.
- Aceto
- Alimenti sott’olio
- Birra
- Cibi sott’aceto
- Conserve in salamoia
- Frutta disidratata
- Frutta secca
- Frutti di mare
- Funghi secchi
- Hamburger
- Hot dog
- Insaccati
- Latticini
- Pesce
- Preparati per il purè di patate
- Senape
- Sidro
- Succhi di frutta
- Vino
- Zucchero
I solfiti fanno male?
La domanda sorge spontanea: “I solfiti fanno male”? Generalmente sono tollerati dall’organismo ma, essendo dei conservanti e allergizzanti, sarebbe meglio non assumerli in quantità eccessive.
Per questo motivo è bene fare attenzione a quello che si mette nel carrello della spesa, dando precedenza a prodotti freschi e leggendo l’etichetta nutrizionale dei prodotti confezionati.
Per quanto riguarda il vino, invece, si potrebbe scegliere un vino con dicitura “senza solfiti aggiunti” in etichetta.
Le persone con una certa sensibilità potrebbero sviluppare un’allergia ai solfiti e incappare in alcune problematiche. Che problemi danno i solfiti? Senso di nausea, vomito, mal di testa, prurito, reazioni allergiche, deficit vitaminici e altri.
Tra l’altro, essendo sostanze aggiunte, sovraccaricano l’attività epatica e possono interagire con i principi attivi di farmaci e integratori.
In tal caso sarebbe meglio disintossicarsi dai solfiti bevendo succhi di verdura fresca a base di ravanello, carciofo, cicoria e radicchio o digiunare un giorno.
La direttiva sui solfiti
La quantità di anidride solforosa e tutti gli altri solfiti negli alimenti è regolata dal Regolamento europeo 1129 del 2011. Come viene regolato?
Il Regolamento europeo stabilisce un limite di 2000 mg/Kg per la frutta essiccata, la frutta secca e i surrogati di pesce, crostacei, carne e formaggi; 1000 mg/kg per le banane essiccate; 600 mg/kg per le pere e le mele essiccate; 500 mg/Kg per frutta secca e frutta a guscio e senape di Digione; 400 mg/kg per il purè; 150 mg/Kg per zenzero e funghi secchi; 100 mg/Kg per patate surgelate, mais sottovuoto e mostarda di frutta; 50 mg/Kg per ortaggi bianchi, amidi e fecole, crostacei, biscotti secchi e snack a base di cereali.
Per quanto riguarda l’Anidride Solforosa e il Solfito Acido di Potassio non devono superare i 20-250 mg/l nelle bevande alcoliche e i 50-2000 mg/l nei succhi di frutta a seconda del tipo di prodotto.
A stabilire la quota massima di solfiti nel vino è il Regolamento europeo numero 606 del 2009: 150 mg/l nei vini rossi secchi e 200 mg/l nei vini rossi non secchi; 200 mg/l nei vini bianchi e rosati secchi e 250 mg/l nei vini bianchi e rosati non secchi; 185 mg/l negli spumanti di qualità e 235 mg/l nei vini spumanti di bassa qualità; 150 mg/l nei vini liquorosi secchi e 200 mg/l nei vini liquorosi non secchi. La quota si alza a 300 mg/l per i vini dolci, 350 mg/l per i passiti e 400 mg/l per i muffati.
Quali sono i vini “senza solfiti”? Non ne sono privi completamente, ma hanno una quantità inferiore a 10 mg/l di solfiti naturali. Cosa vuol dire contiene naturalmente solfiti? Si tratta di vini contenenti soltanto solfiti naturali generati dalla fermentazione.