Crescia: differenza con piadina, ricetta, come farcirla e varianti

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La crescia è un capolavoro culinario dell’Umbria che strizza l’occhio alla piadina tradizionale sia per forma che per gusto. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere e come prepararla a casa. La sua forma è …

La crescia è un capolavoro culinario dell’Umbria che strizza l’occhio alla piadina tradizionale sia per forma che per gusto. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere e come prepararla a casa.

La sua forma è simile alla piadina ma leggermente più spessa mentre la sua consistenza è simile a quella di un panino morbido. Stiamo parlando della crescia marchigiana e umbra.

Per chi non lo sapesse, è un pane piatto e fragrante in grado di deliziare il palato e trasportarci all’interno della cucina umbra tradizionale.

Che cos’è la crescia: origini e storia

Le radici della crescia affondano nel passato rurale dell’Umbria e delle Marche, visto che le prime versioni risalgono a tempi antichi.

L’origine sembra risalire al pane consumato dall’esercito bizantino, che per lungo tempo fu di stanza nelle aree settentrionali delle Marche e nella Valle Umbra.

Vista la presenza storica dell’Impero Bizantino anche in Romagna, si ipotizza che l’origine della crescia e della piadina romagnola possa essere condivisa.

Nel corso degli anni, questo prodotto è diventato una pietanza amata in tutta l’Umbria e nelle Marche e ha guadagnato popolarità anche al di fuori dei confini regionali.

Perché si chiama crescia? Il termine ha un’origine linguistica non del tutto chiara. Esistono alcune teorie sull’etimologia, ma nessuna è confermata. Una possibile origine potrebbe derivare dal latino “crescere”, riferendosi alla crescita dell’impasto durante la preparazione e la cottura. Altre ipotesi suggeriscono un’origine nel dialetto umbro o un’evoluzione tramandata oralmente nel corso delle generazioni.

Che differenza c’è tra crescia e piadina?

Che differenza c e tra crescia e piadina
Impasto

La crescia e la piadina sono due tipi di pane piatto tradizionali, ognuno con le proprie caratteristiche distintive. Innanzitutto, provengono da regioni diverse: la prima è originaria dell’Umbria e delle Marche mentre la piadina ha le sue radici in Emilia-Romagna.

Per quanto riguarda gli ingredienti, il pane piatto umbro e marchigiano include le uova e non ha lieviti mentre la piadina è preparata con farina, acqua, sale e strutto o olio d’oliva.

Cambia anche lo spessore e la consistenza: la crescia marchigiana è più spessa e soffice rispetto alla piadina romagnola.

La crescia di Pasqua: cosa la caratterizza?

Il nome crescia è usato a volte anche nelle zone settentrionali e centrali delle Marche  per indicare un alimento ben diverso dal pane piatto appena descritto.

Detta anche crescia pasquale o pizza di Pasqua, la crescia di Pasqua è una torta salata alta caratterizzata da un impasto lievitato insaporito da formaggio pecorino, che le dona un colore dorato ed un sapore forte e gustoso.

Come preparare la crescia, la ricetta

crescia marchigiana
Crescia umbra

La ricetta della crescia consente di portare la tradizione umbra in casa in modo piuttosto semplice, ma richiede qualche piccola accortezza.

Ingredienti

  • 500 g di farina di grano tenero 00
  • 100 g di strutto
  • 1 bicchiere di acqua
  • 2 uova
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b.

Preparazione ricetta crescia

  • Disporre la farina a fontana su una superficie di lavoro, aggiungere le uova e un poco d’acqua.
  • Iniziare a mescolare delicatamente, aggiungendo sale e pepe secondo preferenza.
  • Aggiungere metà dello strutto e incorporare l’acqua gradualmente, lavorando l’impasto manualmente.
  • Dividere l’impasto in 6-7 parti, conferire a ogni parte la forma di una pallina e lasciar riposare per circa 30 minuti.
  • Stendere le palline su una superficie infarinata fino a ottenere dischi sottili.
  • Spalmare un po’ di strutto su ciascun disco, arrotolarli con attenzione per evitare fuoriuscite di grasso.
  • Raffreddare in frigorifero per almeno un’ora, avvolgendo i rotolini nella pellicola trasparente.
  • Riportare i rotolini su un piano infarinato e stenderli fino a ottenere dei dischi sottili.
  • Scaldare una padella antiaderente e, appena calda, cuocere i dischi qualche secondo per lato (cioè quando sulla superficie si formeranno delle piccole bolle).

Quante calorie ha la crescia?

La quantità esatta di calorie in una crescia può variare in base alle dimensioni e agli ingredienti specifici utilizzati sia nell’impasto che nella farcia.

Tuttavia, è possibile fornire una stima approssimativa basata su una ricetta standard: mediamente 100 grammi (una porzione di crescia) può contenere circa 250-300 calorie.

Quali sono i segreti per una crescia a regola d’arte?

La preparazione della nostra ricetta non è difficile da preparare, ma l’errore potrebbe essere sempre dietro l’angolo. Quali sono i segreti?

  • Strutto di qualità – È bene assicurarsi di utilizzare strutto di alta qualità in modo da riuscire a conferire al prodotto una consistenza morbida e un sapore ricco.
  • Gestione dell’acqua – L’acqua va aggiunta gradualmente durante la preparazione dell’impasto in quanto permette di controllare la consistenza dell’impasto e di evitare di aggiungerne troppa.
  • Lavorazione dell’impasto – Durante la lavorazione dell’impasto, bisogna assicurarsi di incorporare bene lo strutto e di distribuire uniformemente gli ingredienti. Questo garantirà una distribuzione omogenea del grasso, che influenzerà la consistenza finale del prodotto.
  • Riposo dell’impasto – La buona riuscita dipende dal riposto dell’impasto: 30 minuti sono sufficienti per permettere all’impasto di rilassarsi e di sviluppare un sapore più complesso.
  • Raffreddamento in frigorifero – Dopo aver formato i rotolini e spalmato lo strutto, il periodo di raffreddamento in frigorifero aiuta a stabilizzare la forma e a facilitare la manipolazione successiva.
  • Padella ben riscaldata – Occorre fare attenzione al fatto che la padella sia ben riscaldata prima di cuocere i dischi di impasto. Una padella calda aiuterà a ottenere una superficie dorata e una cottura uniforme.
  • Controllo della cottura -È necessario controllare attentamente la cottura durante il processo. Il risultato finale dovrebbe presentare una superficie dorata con piccole bolle mentre una cottura eccessiva può renderla troppo dura.

Crescia marchigiana: come farcirla

crescia marchigiana come farcirla
Crescia

La morbidezza e il gusto della crescia marchigiana permettono di usarla al posto del pane oppure come base per farce interessanti.

  • Formaggi e salumi – Prosciutto cotto, salame, pancetta, mortadella, pecorino, parmigiano, mozzarella. Non c’è limite al mix di sapori e consistenze che si possono aggiungere
  • Verdure grigliate – È possibile farcire il pane marchigiano con melanzane, zucchine, peperoni e pomodori grigliati, magari conditi con olio d’oliva e un pizzico di sale.
  • Funghi e formaggio – Funghi trifolati con aglio e prezzemolo, accompagnati da formaggi come pecorino o mozzarella. È una combinazione saporita.
  • Uova e pancetta – Sì, si può condire anche con uova strapazzate con cubetti di pancetta o bacon da servire per una colazione o un brunch.
  • Salmone affumicato e formaggio spalmabile – La combinazione di salmone affumicato e formaggio spalmabile (come il formaggio fresco) è perfetta.

Ci sono varianti della crescia?

La crescia è molto più di un semplice pane. Con la sua semplicità e versatilità, infatti, consente di adattare la ricetta ai gusti personali. Eccone alcune interessanti:

  • Crescia marchigiana alta – È possibile ottenere un risultato ancora più gonfio e morbido aggiungendo una bustina di lievito di birra e lasciando lievitare per un paio d’ore la pasta.
  • Erbe aromatiche – Si possono aggiungere erbe aromatiche come rosmarino, timo o origano all’impasto per un tocco di freschezza e aroma.
  • Rosmarino e sale marino – Spolverizzare la superficie con sale marino grosso e rametti di rosmarino fresco prima di cuocerla conferirà un sapore rustico e aromatico.
  • Crescia marchigiana con olio – È una versione della ricetta della crescia marchigiana senza strutto. Basta sostituire lo strutto con l’olio (o in alternativa si può usare il burro, la margarina o il vino).

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