I conservanti alimentari generano dubbi e perplessità in tema di alimentazione e salute: quanto ne sappiamo di acido acetico? Fa male? Conosciamolo meglio!
Il carrello della spesa si riempie di prodotti da forno, mozzarella, formaggi, sottolio, sottaceti e salse: tutti buonissimi e a lunga conservazione grazie ai conservanti alimentari.
Tra i conservanti alimentari più utilizzati per prevenire la formazione di muffe e batteri anche potenzialmente pericolosi c’è l’acido acetico (segnalato con la sigla E260). Ma quanto ne sappiamo?
A cosa servono i conservanti alimentari?
I conservanti alimentari non sono altro che additivi in grado di rallentare la proliferazione di muffe, lieviti e batteri responsabili di intossicazioni (anche pericolose come il botulino) e aumentare la conservazione degli alimenti.
Tuttavia non tutti i conservanti alimentari sono uguali, dai conservanti chimici prodotti in laboratorio ai conservanti naturali, ma perseguono lo stesso obiettivo.
L’uso di conservanti alimentari da parte delle aziende produttrici è vincolato alle norme europee che ne stabilisce le tipologie e le condizioni d’uso.
I conservanti alimentari ammessi si riconoscono dalla lettera iniziale E e dal numero identificativo (da 200 a 299): sorbati, benzoati, solfiti, nitriti, nitrati, acetati, lattati e così via.
Acido acetico: cos’è e a cosa serve
L’acido acetico è un conservante alimentare naturale della famiglia degli acetati contraddistinto dalla sigla E260. A cosa serve l’acido acetico? Il suo scopo è inibire lo sviluppo di muffe e batteri e non solo.
Dove si trova in natura l acido acetico? Questo acido organico è presente naturalmente nell’aceto (percentuale compresa tra il 4 e il 18%) e in molti alimenti e viene prodotto dal metabolismo dei carboidrati e dei grassi.
Come si produce l’acido acetico? L’industria alimentare ricava il conservante acidificante dalla fermentazione acetica di alcol, zucchero o melassa (cioè i batteri Acetobacter e Clostridium acetobutylicum trasformano l’alcool o etanolo prodotto a partire dalla componente zuccherina in acido acetico) oppure dalla sintesi chimica dell’acetaldeide.
L’uso di questo acetato è favorito dalla necessità di regolare l’acidità di alcuni alimenti, conservare lontano da batteri e funghi o aromatizzare.
L’acido acetico, dove si trova?
L’acido acetico si trova in moltissimi alimenti: prodotti da forno preparati con lievito madre; mozzarella, latticini e formaggi; carni; peperoni sotto aceto e altri sottaceti; prodotti sottolio; salse pronte (come la maionese).
Questo composto si trova anche in molti prodotti fermentati, tra i quali spiccano il kefir, i crauti e il kombucha.
Non solo prodotti confezionati. L’acido acetico è un conservante che si può acquistare per replicare questi prodotti anche in casa. Dove si può comprare l’acido acetico? Si può trovare da aziende specializzate o e-commerce affidabili.
Acido acetico: Fa male?
Uno degli aspetti più insidiosi dei conservanti alimentari è l’impatto che possono avere sull’organismo: l’acido acetico fa male?
No, essendo una molecola naturalmente prodotta dall’organismo, non fa male e non è tossico; non a caso può essere utilizzato senza limiti e in totale sicurezza.
A differenza di altri conservanti, poi, l’acido acetico non provoca né effetti collaterali né reazioni allergiche (fatta eccezione per le persone affette da un’intolleranza all’aceto comunque piuttosto rara). Per esempio, i benzoati potrebbero irritare lo stomaco e causare problemi respiratori nelle persone sensibili mentre i nitriti e i nitrati potrebbero causare senso di nausea e vomito e rivelarsi cancerogeni.