Aflatossine negli alimenti: cosa sono, dove si trovano, perché sono pericolose e sintomi

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Il cibo può solleticare le papille gustative e mantenerci in salute e in forma, ma può nascondere qualche pericolo. Quanto ne sappiamo di aflatossine negli alimenti? Scopriamo cosa sono e di cosa si tratta. Negli …

Il cibo può solleticare le papille gustative e mantenerci in salute e in forma, ma può nascondere qualche pericolo. Quanto ne sappiamo di aflatossine negli alimenti? Scopriamo cosa sono e di cosa si tratta.

Negli ultimi anni la grande attenzione verso le tecniche di produzione e la tracciabilità del cibo ha portato alla luce nuovi interessanti argomenti, tra i quali spicca quello sulle tossine e in particolare le aflatossine.

Focalizzare l’attenzione sulle aflatossine e su cosa sono aiuta a capire meglio come tutelarci da queste sostanze tossiche dagli effetti negativi.

Aflatossine: Cosa sono e perché sono pericolose

Cosa sono le aflatossine e come possono essere presenti nei prodotti alimentari? Possiamo definirle metaboliti di alcuni funghi dal potere dannoso e mutageno che contaminano gli alimenti.

In realtà esistono tantissimi funghi in grado di generare tossine, ma soltanto alcune risultano davvero pericolose per l’uomo (come per l’appunto le aflatossine).

Queste micotossine vengono prodotte principalmente da due funghi della specie Aspergillus, l’A. flavus e l’A. parasiticus, tipici delle aree a clima caldo-umido.

In pratica tali funghi crescono insieme a determinate coltivazioni in seguito a temperature elevate, umidità e scarsità di acqua, contaminando gli alimenti con le loro tossine.

Tuttavia la contaminazione può avvenire anche in fase di raccolto e stoccaggio, vale a dire in tutte le situazioni in cui il cibo entra in contatto con un ambiente umido.

Tali tossine, contrariamente ad altre prodotte da altri tipi di funghi, risultano dannose per l’organismo e in particolare per il fegato. A destare maggiore preoccupazione è l’aflatossina B1.

Dove si trovano le aflatossine?

Le aflatossine possono trovarsi in tantissimi alimenti: frutta a guscio, arachidi e altra frutta secca, granoturco, riso, fichi, spezie, semi di cacao e oli vegetali grezzi.

Questo significa che “naturale” e “vegetale” applicati a un alimento non è sinonimo di qualità e benessere. Le aflatossine nelle mandorle, nei pistacchi, nel mais, negli arachidi e nei cereali in generale lo dimostrano.

Purtroppo è possibile trovare le aflatossine nella carne, anche se in quantità ridotte, visto che anche gli animali che si nutrono di mangimi contaminati possono accumulare queste tossine.

A questo si aggiunge la presenza delle aflatossine nel latte (e quindi i suoi derivati) prodotto da mucche alimentate con tali mangimi.  

Aflatossine: Sintomi

La capacità di queste tossine di “viaggiare” all’interno della catena alimentare le trasportano direttamente dalla produzione alla tavola. Cosa causano le aflatossine?

Il consumo di latte contaminato da aflatossine e altri alimenti finiscono per introdurre queste micotossine nel corpo e a lasciarlo alla loro mercé.

Queste tossine riescono a legarsi agli acidi nucleici e quindi a influire sulla produzione di proteine, oltre che  minare il funzionamento delle difese immunitarie.

La loro azione favorisce l’attivo di tumori non solo nel fegato, ma anche in altri distretti del corpo come per esempio i reni, i polmoni, lo stomaco, il colon, la cistifellea e il tessuto sottocutaneo.

Inoltre, secondo alcuni studi, queste tossine non fanno bene neanche per il feto, promuovendo l’insorgenza di lesioni e mutazioni del feto.

La gravità delle conseguenze della micotossicosi tra distruzione cellule epatiche, emorragie intestinali, disturbi renali, anemia e altri è la quantità ingerita e la frequenza con cui si consumano cibi contaminati.

Aflatossine: Come individuare la loro presenza

Come capire se ci sono aflatossine? Purtroppo non sono visibili e non hanno un sapore tale da destare sospetti. Neanche la muffa sul cibo diventa indicatore in questo caso.

Chi si chiede come tenersi alla larga dalle aflatossine e come riconoscerle nel cibo deve affidarsi ad alimenti di qualità prodotti secondo elevati standard di igiene e sicurezza in ogni fase di produzione.

Ma come distruggere le aflatossine? L’unico modo per liberarsi di queste tossine è mantenere un controllo rigoroso su coltivazione, raccolto e stoccaggio (secondo le disposizioni sulla Sicurezza Alimentare).

Tra l’altro la loro presenza può essere rintracciata soltanto attraverso determinate tecniche ad alta sensibilità.

Quali sono i limiti aflatossine nel latte? L’Unione Europea ha stabilito il limite massimo di aflatossine ogni trilione di litri di latte fresco a 50.

Dal lato consumatore, invece, resta indispensabile conservare il cibo al meglio tenendo lontano da fonti di luce, umidità e aria.

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